sabato 17 ottobre 2009

Avvistato un autentico Jolly Roger a Palermo!


Un Jolly Roger a palermo (Foto di Maurizio Crispi)

(MC) - L'altro giorno, passeggiando nei pressi di casa, mi sono imbattuto in un inquietante Jolly Roger, proprio in via Lombardia, a due passi dal portone di casa.
Il mondo è pieno di sorprese: spesso, aguzzando lo sguardo, si fanno piccoli avvistamenti inquietanti che potrebbero contribuire alla costruzione di una visione della realtà minacciosa e terrificante, se soltanto si è predisposti in tal senso. Poco dopo la scoperta dei farmaci psichedelichi, un architetto (in qualche parte del mondo, non in Italia), incaricato di rendere più vivibili alcuni ambienti manicomiali, prima di passare alla progettazione, decise di assumere una dose di LSD per visitare sotto l'effetto della sostanza psicoattiva, una struttura di internamento per malati psichici. Vi erano lunghi corridoi, piastrellati a losanghe nere e bianche. L'architetto si accorse che, man mano che li percorreva ed intanto si approfondiva l'effetto della sostanza, aveva la sensazione che, in corrispondenza della commessura delle losanghe a colori alternati, si aprissero sotto i suoi piedi dei baratri e pericole voragini che, da un momento all'altro, potevano inghiottirlo. Rientrato dal singolare "viaggio", tradusse i suoi ricordi della singolare ricognizione in un progetto coerente, decidendo di escludere dalle pavimentazioni disegni geometrici troppo rigidi. A volte, peraltro, singoli ritrovamenti "bizzarri" - come il Jolly Roger che evoca immagini di morte - possono incrementare una semplice condizione di preesistente "umore" delirante ed essere il punto di partenza di fenomeni psicolpatologici più complessi. A volte, ciò che è apparentemente incomprensibile possiede con la realtà nessi casuali (e causali) di questo tipo che al clinico possono sfuggire.
Tornando al nostro Jolly Roger e considerando che, poco prima, si era abbattuto sulla città un nubifragio, sarebbe stata lecita un'alternativa "fantasy": avrebbe potuto essere l'unica traccia del naufragio di una nave di pirati giunta, attraverso una smagliatura nello spazio-tempo, sino in via Lombardia...
D'altra parte, siamo qui proprio per parlare di multiversi...

(VC) - Il ritrovamento di un Jolly Roger in Via Lombardia è un evento apparentemente inspiegabile. Potremmo, in prima istanza, ipotizzare che anche in Via Lombardia siano presenti affiliati alla pirateria sino ad ora tenutisi nascosti e ricomparsi quando, dopo le recenti alluvioni, si è parlato di studiare forme di navigazione cittadina. Voci non ufficiali, ma non per questo campate del tutto in aria, avrebbero riferito che questi banditi sarebbero stati pronti a mettere in atto tutta una serie di abbordaggi cittadini e non a danno di malcapitate turiste (che, tra l'altro, spesso mostrano di gradire l'interessamento) ma di battelli fluviali adattati alla navigazione nei nostri bei viali e nelle nostre belle piazze.
A quest'idea si potrebbe rispondere che la storia della pirateria è lontana da noi culturalmente e geograficamente, ma quest'obiezione non regge. Infatti, per analogia e “strictu sensu” che senso si potrebbe mai trovare nel chiamare Via Lombardia una Via di Palermo? Eppure, la Via Lombardia a Palermo esiste, pur essendo Palermo molto lontana dalla Lombardia senza che nessuno abbia mai osato metterla in discussione. Ergo, se a Palermo esiste la Via Lombardia è altrettanto possibile che a Palermo vi siano dei pirati. Punto.
Seconda ipotesi, anch'essa di tipo meteorologico.
Il Jolly Roger che vediamo sembra un vero Jolly Roger antico del XVIII secolo.
Com'è mai possibile trovarne uno in Via Lombardia?
Non mi ripeterò chiedendomi come sia possibile trovare a Palermo una Via Lombardia e cercherò di fornire un'ulteriore lettura.
Orbene, esaminando il tessuto leggero ed anche le dimensioni ridotte del Jolly Roger possiamo immaginare che lo stemmino si sia staccato da un vero vascello pirata del XVIII secolo a seguito di un devastante uragano abbattutosi sull'imbarcazione. Il vortice del tornado, distruggendo la nave, avrebbe risucchiato tutto quanto alla sua portata in un movimento ascendente sino a portare tutto il materiale sottratto al suolo ed al mare negli strati alti della atmosfera dove soffiano venti fortissimi e costanti. Si spiega quindi come un pezzo di stoffa leggera, quale il Jolly Roger di Via Lombardia, abbia potuto vagare per secoli da una parte all'altra del globo, sostenuto da venti di intensità a noi sconosciuta, per ricadere sulla Via Lombardia con il temporale a seguito di un momentaneo calo di intensità del vento.
I veri pirati sanno che non devono temere gli altri uomini ma che sono ben consapevoli che, come un piccolo Jolly Roger, sono in balia soltanto della forza del vento e del mare.



Ma vediamo cos'è un Jolly Roger: rinfreschiamoci la memoria!!!



La tipica bandiera pirata del XVIII secolo con sfondo nero, teschio e tibie incrociate è chiamata Jolly Roger. Prima di un abbordaggio veniva nascosta ed al suo posto issata una bandiera di identificazione diversa, sfruttando così l'effetto sorpresa.
Comunque, esistevano molte varianti e simboli addizionali sulle bandiere usate dai pirati. Calico Jack Rackham e Thomas Tew usavano una variante con due spade al posto delle ossa. Edward Teach (noto come "Barbanera") usava uno scheletro che reggeva una clessidra in una mano e una spada o una freccia nell'altra, posto a fianco di un cuore sanguinante. Bartholomew Roberts noto come Black Bart usava due varianti: un uomo e uno scheletro, che regge una spada o una freccia in una mano e una clessidra o una tazza nell'altra brindando alla morte, oppure un uomo armato in piedi su due teschi sopra le lettere ABH e AMH (un avviso per gli abitanti di Barbados e Martinica che la morte li attendeva). Scheletri danzanti simboleggiavano che i pirati davano poca importanza al loro destino.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla corrispondente voce di Wikipedia (clicca qui).

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