lunedì 12 ottobre 2009

Faccina a doppio legame


 Faccina gotica (foto di Maurizio Crispi)

(VC) - Lacrimucce scendono sulle gote di una faccina gotica.
Il pianto di un graffito è sempre molto coinvolgente ed anche raro. 

Siamo infatti abituati ad osservare con maggiore frequenza faccine sorridenti e beffarde, che ostentano sicurezza e non lasciano trasparire la natura dei loro veri sentimenti. 
Un graffitino semplice, come questo, con il suo tratto infantile, quasi fanciullesco, ancora acerbo ed incapace a dissimulare, stimola il nostro senso materno/paterno, fa quasi tenerezza. 
Per questo il pianto stilizzato di un faccino murale ci turba un pochino.


(MC) - Se ci si fa caso, tuttavia, la faccina è perturbante perchè si appare con una dissociazione mimica tra la metà superiore del volto in cui campeggiano gli occhi da cui scaturiscono le grosse lacrimone nere (che con facilità possono rimandare alla lacrima di un Pierrot triste) e la metà inferiore dominata da una bocca disegnata con un tratto crudele e che s'indovina affollata di temibili denti da squalo. Ciò farebbe pensare ad una sorta di trabocchetto crudele: il passante si sofferma empatico a contemplare le lacrime che lo portano a sperimentare empaticamente tenerezza per tanta tristezza, ignorando invece la bocca da squalo, coperta in parte dall'effluvio di lacrime. E tutt'a un tratto mentre se ne sta inerte e con le saracinesce del cuore del tutto abbassate (e quindi profondamente vulnerabile) la faccina si leva in un colpo solo lo sguardo del Pierrot triste e lo azzanna alla gola con quei denti aguzzi da squalo.
Ancora una volta, il rimando potrebbe essere a It di Stephen King...

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