lunedì 19 ottobre 2009

Quello che succede su di una panchina ludica extra-large...


Fra una sagra e un festival,
gli amici fanno quattro chiacchere su una panchina extralarge
(Foto di Giuseppe Catalano, dal gruppo FB "QUELLI, KE LE PANCHINE")


(BB) - Come si suol dire....vicini vicini...

(VC) - Questi magnifici sette appanchinati in una mega-panchina da sagra di paese sono certamente un gruppo di amici molto affiatato. Ritrovatisi per l'occasione rievocano i bei momenti della loro ormai lontana gioventù, quando, come del resto avviene anche ora, le ragazze scarseggiavano e tutti insieme si recavano al cinematografo per godersi, non visti dal parroco, un bel film porno (si diceva allora che anche il parroco frequentasse, ben camuffato, quella sala cinematografica)
L'appanchinato paffutello sulla sinistra è certamente il goliarda del gruppo e, per fare divertire gli amici, ancora una volta emula con la mano sinistra il prodotto di quei giovanili pruriti che, come possiamo vedere, ha causato seri problemi di vista al secondo ed al settimo appanchinato.
Questi amiconi che hanno rischiato la cecità sono rimasti molto legati.
Forse alcuni si sentono in cuor loro come degli adolescenti pruriginosi ed andrebbero volentieri, ancor oggi, a vedere un bel pornazzo, ma di film porno, purtroppo, non ne proiettano più.
Ormai, la pornografia viaggia su internet e loro - fieramente demodé - non sanno usare il computer.
Questa foto, che sembrava trasmettere tanta allegria, adesso si ammanta d'un velo di tristezza

(GC) - Forse, la tua tristezza deriva dal fatto, che loro sono andati alla sagra della gnocca in brodo e tu non sei potuto andare? Non ti preoccupare, potrai andare al prossimo festival della patata bollita, lì ti potrai divertire.

(VC) - Chissà se la g...ca è come la gallina che quando è vecchia fa ...buon brodo!!! Misteri della gastronomia...

(MC) - La lunghezza della super-panca non favorisce la conversazione, a meno che i suoi occupanti (e a giudicare dalle loro facce direi proprio) non si accingano a fare il gioco di "fuori uno". Come è noto (ma ce ne sono numerose varianti) al comando prestabilito (il giudice di gara se ne sta fuori campo), c'è il rimescolio delle posizioni (al comando, tutti si alzano e cercano di prendere un nuovo posto) che si arresta al segnale convenuto. Uno - di solito - rimane fuori: è il perdente del turno.
Al prossimo giro di giostra, l'escluso cercherà di conquistare un posto a sedere con il suo sedere, con l'espulsione di uno dei vincenti del turno precedente. Mors tua, vita mea.
A volte però accade (anche per un tacito acordo tra tutte le parti) che il perdente sia sempre lo stesso: un caso di social labelling e di crudeltà di ruolo.


(VC) - La reiteratività della sequenza che vede un perdente ufficiale individuato dal gruppo, spesso, fa molto ridere i partecipanti gioco, compreso il perdente "designato" il quale, comunque, si sente integrato in una rudimentale struttura sociale che assegna dei ruoli chiari. Una specie di gioco sociale a carattere sado-maso in cui vi sono uno o più partecipanti che traggono divertimento dal procurare ad altri disagio ed esclusione ed un attore, ad esso speculare, che sembrerebbe trarre soddisfazione (mi permetto di inserire il condizionale) dall'interpretare il suo ruolo di vessato ed escluso. E poi tutti ridono insieme. Però, aggiungerei io, forse non tutti allo stesso modo. Anche questi amiconi se la ridono: sembra che, per il momento, per loro vada bene così.

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