giovedì 4 marzo 2010

Non posteggiate davanti a quella porta!

Attesa...
(foto di Maurizio Crispi)

Lasciare libero 
grazie + notte
giorno

(VC) - Chissà a quanto tempo addietro risale l'ultima volta che il portoncino venne ostruito tanto da motivare il proprietario della villetta ad articolare una comunicazione volta a scongiurare il ripetersi del deprecabile evento.
La foto che ci mostra questa abitazione colorata non lascia intuire la densità del flusso veicolare e l'eventuale problema di parcheggio che avrebbe portato l'irrispettoso automobilista a lasciare la propria automobile proprio dinanzi l'ingresso di questa civile abitazione [abitazione d'antan, peraltro].
Mi sembra di vedere la sequenza: l'automobilista esasperato dopo avere compiuto parecchi giri intorno all'isolato ed avere rastrellato l'intero quertiere nell'infruttuosa ricerca di un posto, in preda ad uno stato d'esasperazione emotiva, trova la “salvezza” nello spazio destinato al passaggio di un mezzo. Il quartiere è tutto “zona blu” ed il povero autiomobilista non si trova gli spiccioli per il ticket del parcheggio ad ore.
Certamente avrà provato ad affidarsi anche ad un posteggiatore ma, in assenza di un piano regolatore correttamente approvato, non sono ancora state individuate le aree destinate a parcheggio. Il risultato è che il quartiere è letteralmente ostaggio di posteggiatori abusivi e l'automobilista non vuole cedere al ricatto del posteggio non autorizzato.
Da li la decisione estemporanea di occupare temporaneamente quello spazio libero (e scusate il gioco di assonanze...).
Nella foto non si riesce a leggere bene il numero di autorizzazione comunale ma certamente sarà stato affisso bene in vista.
L'automobilista in questione, squallidamente legato alla propretà a quattro ruote, avrà certamente chiuso la macchina a chiave e sarà entrato in uno dei tanti palazzi del quartiere (o tuguri...?).
Rintracciarlo è come trovare un ago in un pagliaio, ma forse un pagliaio si cela dietro quel portoncino.
La città è sicuramente piena di vita e di divertimenti di vario genere.
Giungo a questa valutazione considerando che la prima stesura dell'ingiunzione prevedeva soltanto l'invito garbato ad astenersi dall'ostruire l'accesso.
Successivamente presumo che l'invito sarà stato esplicitamente volto a garantire un libero accesso ai locali nel corso dell'intera giornata.
Tale comunicazione, però, non avrà considerato la caotica turbolenza della notte e della “movida” di questa città, certamente del Sud.
Già mi immagino il caos di tutti questi giovani riversatisi in strada con l'unico intento di divertirsi e di godere della notte, della sua frenesia e delle sue seduzioni e trasgressioni.
E' prevedibile che il giovane che segue il proprio istinto non presti attenzione ad un garbato divieto che sembra riferito al “giorno”, ovvero alle ore diurne.
Da qui la successiva, come si intende dal segno “+” , estensione della norma anche alle ore della notte.
Si intuisce la tensione del proprietario dell'immobile verso una comunicazione valida ed incisiva, ancorchè benevola, che sarà stata così articolata:
1) una prima scritta che invita a lasciare libero l'accesso, con ringraziamento conclusivo ed anticipato;
2) una successiva comunicazione che estende il divieto all'intero giorno;
3) una terza, conclusiva e risolutiva comunicazione (sinteticamente concepita come “+notte”) che, preso atto delle “turbolenze notturne” di questa città del divertimento e del piacere, si occupa di estendere anche alle ore della notte l'opportuna comunicazione volta a garantire il diritto alla libera fruizione della proprietà di una civile abitazione in una metropoli d'oggi.

(MC) - Secondo me, il propietario (antico) di questa dimora, sconvolto dai problemi scaturenti dall'impossibilità di fare uscire il suo carretto a traino animale dalla stalla, sarà emigrato altrove, magari attraversando "l'ucìanu" [l'oceano] con un bastimento a favore.
E si puuò anche pensare che, sperando in tempi migliori, egli - prima di lasciare - abbia rozzamente vergato questa scritta per giustapposizioni successive, in modo tale da sottolineare la necessità di lasciare permanentemente libero l'accesso ai piani bassi della sua dimora.
Nel frattempo, si è dimenticato di fare ritorno, perchè adesso abita in un luogo dove ha ampi spazi a disposizione e nessuno occlude l'entrata alla sua dimora che, nel frattempo, si è fatta principesca e regale.
Il portoncino umile e dimesso, rivestito da una lussureggiante crescita erborea (tra qualche anno anche arbustiva e arborea), rimane lì in paziente attesa del suo ritorno... Fedele al mandato che ha ricevuto in tempo immemorabile...
Ma c'è anche da dire che nessuno parcheggia lì davanti...
Come mai?
La casetta resiste ai colpi del tempo e malgrado tutto conserva una sua aura, forse una barriera invisibile che garantisce il rispetto di una "no parking zone" nelle immediate vicinanze.
Zot! zot! C'è qualcuno che ha testimoniato come gli infrattori siano stati bersagliati da fulmini a ciel sereno e da fenomeni di auto-combustione spontanea che hanno incenerito vetture, guidatori e passeggeri, il che lascia supporre che siano state attivate delle protezioni paranormali...
E se - come ultima ipotesi - lo sconosciuto abitatore, in tempi andati, fosse morto di inedia propia a causa degli automezzi che gli impedivano di uscire di casa per approviggionarsi dei necessari generi di conforto? Allora sarermmo di fronte ad un caso da annoverare negli X-files del paranormale: si tratterebbe di un fenomeno di demoniache presenze e di poltergeist con tutte le regole che conferma l'assunto del "Non aprite quella porta!", in questo caso nella variante "Non posteggiate davanti a quella porta!".
E qui sfidiamo gli scettici a farlo...

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