domenica 21 febbraio 2010

Distrazioni plastiche e la ricerca dell'unione perfetta...

Distrazione plastica
Foto di Enzo Cordovana


Lo so, in amore basta una distrazione
e sforni figli così, a ripetizione
ed ecco che mi ritrovo, povera manichina
per campar, con la prole, nuda nella vetrina.
Lo vidi un giorno, plastico e benvestito
e in cuor desiderai quel pupazzo per marito.
La vita però, si sa, cela delle illusioni
e noi, povere sciocche, crediam nelle passioni.
Fu così che nottetempo lasciai la mia boutique
per andare ad incontrare quel fantoccio molto shic.
La notte fu per noi lunga e fantastica,
vibravo nel sentire la pelle sua di plastica.
Gli dissi, dopo: "...caro, ci sposeremo un giorno...?"
Rispose: "...forse, non so, ma ora levati di torno..."

...e dopo nove mesi nacquer due pupazzi
Foto di Enzo Cordovana

  
Tornai così, delusa, nella mia vetrina
dopo nove mesi, ricordo ancora, una mattina
vidi nel reparto fanciulli del grande magazzino,
figli miei, due pupazzi, una bimba ed un bambino.
Andai dal bellimbusto, lo informai cortesemente,
mi rispose: "...di te, dei tuoi fanciulli, non mi importa proprio niente..."
Tornai così, con il cuore sconsolato,
in vetrina, da sola, con il frutto dl peccato.
Lei si chiamò Vinilia lui fu chiamato Tano,
diminutivo per fanciullo di Vinilpoliuretano.
Lo so che la ragione vorrebbe più accortezza
ma ancora una volta volli provar di lui l'ebbrezza.
Ed ecco che mi ritrovo con la panciona grossa e protesa
nel reparto fanciulli, mamme e dolce attesa.
Solo una cosa rimprovero a quel pupazzo plastico, ben vestito e molto attivo:
poteva almeno, lui plastico, anch'esso elastico, usare un bel preservativo


(MC) - Una bella storia d'amore, davvero!
Il mondo è gravido di storie d'amore.
Amori impossibili, amori delusi, amori bionici. Tutti perseguono il loro impossibile sogno di giungere ad un'unione perfetta che sia per sempre, in cui domini la consapevolezza dell'essere finalmente uniti in un'unità inscindibile e duratura.
Benchè le due metà si inseguano per celebrare tra loro un'unione mistica, poi sopravviene sempre la spada di un un dio invidioso a separare ciò che si è unito.
Oppure è la claustrofobia ad averla vinta sulla claustrofilia...
Le tracce di queste fuggevoli unioni che, mentre sono state vissute erano per sempre (anche se si trattava di un sempre di pochi minuti), rimangono perenni, nel bene o nel male.
L'unione sperimentata porta ad un arricchimento o ad una sottrazione di qualcosa; la separazione attiva delle potenzialità prima sopite e ravviva nuovi interessi, ma fa crescere anche il germe della nostalgia - il dolore insopportabile davanti alla mancanza di ciò che ci è familiare e il desiderio di potervi fare ritorno come una nave cerca in tutti i modi di rietrare nel suo porto sicuro ed accogliente.
E la nostalgia, con queste sue due componenti, attiva a sua volta una nuova - instancabile - cerca (come quella del Santo Graal).
E così tutti, panchine, bici, manichini, lattine di bibite gasate buttate via vuote, involti MacDonald Happy meal e bicchieri di cartone usa e getta, sono perennemente alla ricerca d'una nuova unione, perchè non possono dimenticare quei momenti perfetti in cui due si erano fatti uno, anche se - a volte capitano - come conseguenza di quell'unione felice e spensierata - il Tre e il Quattro che servono a consegnare alla futura memoria il ricordo di quegli istanti felici - ahimè, troppo brevi!
E così si consumano le esistenze degli esseri del mondo animato e di quello inanimato, aure comprese, in un gioco di continuo avvicinamento e distanziamento, allontanamento e ritorno, tendenze centrifughe in alternanze a forti attrazioni centripete, senza fine...
Il Simposio di Platone ci dice qualcosa d'intersante al riguardo...

1 commento:

  1. eppure... la perfezione non esiste, la bellezza assoluta di un rapporto non ha senso, la ricerca dell'equilibrio è l'equilibrio stesso. non potremmo sopportare una relazione in cui tutto sia come lo abbiamo sempre desiderato, vuoi perché l'animo umano è sempre alla perenne ricerca di qualcos'altro, ma anche perché la noia ci annienterebbe. e quindi preferisco vivere e affrontare ciò che accade ogni giorno, cercando di imparare come stare in un rapporto, con l'entusiasmo di conoscere l'altro, invece di afferrarlo e tenermelo stretto meglio esserne curiosa ed affascinata, provando ad evolvere la mia anima. se il mio rapporto d'amore dovesse finire ne sarei profondamente dispiaciuta, per non poter più continuare a camminare insieme e conoscere ancora... la disperazione no, non è il caso.

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