martedì 2 febbraio 2010

Storia di un cane che perse la testa per amore

(foto di Maurizio Crispi)

Ero un simpatico cagnolino da cappelliera d'auto.
Me ne stavo sul retro dell'auto del mio padrone e, mentre l'auto si muoveva, la mia testa oscillava e oscillava festosamente, salutando il mondo che scorreva ai miei piedi.
Con questa mia oscillazione di testa, trasmettevo una sensazione di affabilità e contentezza...
Poi, un giorno, ho visto una cagnetta...
Bellissima! Aveva le ciglia lunghe lunghe e mi guardò una sola volta... Uno sguardo lungo e languido. Ed io, in un attimo, di fronte a tanta bellezza e leggiadria, persi la testa per lei.
Fu un vero colpo di fulmine...
La mia testa, letteralmente, se ne andò appresso a quell'essere meraviglioso, e il mio corpo - una spoglia vuota - rimase indietro, senza vita...
Il mio padrone, avendo constatato che io ero ormai ero perso - la mia testa perduta in un sogno d'amore - e fallito ogni tentativo di rianimazione, pensò che fossi ormai inservibile: non potevo più fare oscillare il mio capo con quella eleganza che mi contraddistingueva, fingendo un sorriso che non era più dentro di me...
E, allora, crudelmente, in un attimo decise di sbarazzarsi di me e, con una gentilezza riparatoria (questo lo devo ammettere), mi depose sul mariciapiedi, vicino a dove aveva parcheggiato la sua auto.
Spero che, un giorno, la mia testa rinsavita dalla follia d'amore possa ricongiungersi con il resto del mio corpo...
Ma non c'è più molto tempo ormai: stiamo arrivando ad un punto di non ritorno.
Presto qualcuno mi raccatterà e mi butterà nel cassonetto che si erge minaccioso a soli pochi passi da me.
Lo sento.
Io attendo malinconicamente e consumo questi ultimi istanti come quelli di una fiammella morente.
La mia vita di giocattolo mi sta abbandonando a poco a poco.
Ma sino all'ultimo non smetterò di sperare...

(MMS) -  Perchè parli di testa "rinsavita" per ricongiungersi al resto del corpo? E' bello perdere la testa per amore!

(MC) - La testa rinsavisce, ma solo dopo aver gustato tutte le follie d'amore... Quindi, l'amore lo ha vissuto... Questa breve storiella mi ha fatto tanto pensare, dopo averla scritta, al racconto alquanto surreale di Nikolai Gogol, "Il naso"contenuto nella raccolta "I racconti di San Pietroburgo".

La trama in breve
L'assessore collegiale Kovalev si sveglia un bel mattino senza naso, e pensa che sia stato il diavolo in persona a rubarglielo. In realtà il naso si è semplicemente staccato dal suo padrone, gettandolo nello sconforto (lo sconforto è dovuto al fatto che senza il suo naso l'assessore non può più frequentare quella società che tanto gli piaceva, non può più andare alle feste e corteggiare le giovani signorine), e adesso va in giro per la città tutto solo, vestito da alto funzionario con un cappello con piume da ambasciatore. Alla fine tutto si risolverà nel migliore dei modi ed il naso così come era scomparso riapparirà al suo posto.
Pubblicato per la prima volta sulla rivista Sovremennik (Il Contemporaneo) nel 1836. Il racconto era introdotto da una brevissima nota di Alexander Puskin, che fu dei primi a riconoscere in Gogol un vero e proprio genio, egli scrisse: "Gogol si è a lungo rifiutato di far pubblicare questo divertimento, ma noi vi abbiamo trovato tanto di inatteso, di fantastico, di allegro, di originale, che l'abbiamo convinto a consentirci di condividere con il pubblico il piacere che ci ha procurato il suo manoscritto".
In realtà Gogol aveva iniziato a scrivere il racconto molto prima della sua pubblicazione, intorno al 1830, negli anni in cui cioè in tutta Europa andava di moda scrivere dei divertissement che avessero come oggetto il naso. E' del 1831, ad esempio, l'Elogio del naso dello svizzero Heinrich Zschokke. Altre analogia con scrittori e libri di questo periodo è costituita dal tema del doppio, come non pensare al romanzo di Dostoevskij Il sosia o andando un pò più lontano al racconto di Poe William Wilson, che però nel racconto di Gogol si stabilisce con l'antitesi tra l'assessore Kovalev, che, privato del suo naso, ha vergogna di uscire da casa, ed il naso stesso che invece se ne va tutto tranquillo per la città, vestito da funzionario dello Stato.

(AF) - 'Il naso' è un capolavoro. Ma, in genere, tutta quella raccolta di racconti di Gogol è fantastica.

(VC) - [L'amico Enzo ha deciso di fornire un suo contributo in rima sulla storia del cagnolino che perse la testa per amore]


Vivo in questa macchina, nel lunotto posteriore
sognando di incontrare il mio perduto amore.
Lo vidi stupendo, cartonato e vellutato,
oscillare il suo bel capo dal cingolo snodato.

Ci scrutammo ad un incrocio soltanto un momentino
Ed io, vezzosa, scossi di più il capino.
Volevo di lui richiamare l'attenzione
dicendo: “...mi vedi da quella posizione...?”

E lui, mossa la testa con moto suo inerziale
sembrava che pensasse: “...che pupa niente male...”
La magica illusione durò solo un momento
e scioltosi l'ingorgo riprese il movimento.

Un giorno l'Amor tu lo potrai incontrare 
a patto che si blocchi il flusso veicolare.
Siam solo dei balocchi e questo grande ardore
per nulla intenerisce l'umano guidatore.

Nessuno considera che insieme alla mia testa
si muove anche il mio cuore, fatto di cartapesta. 
E un giorno lo rividi, accanto posteggiato,
che triste vederlo d'amor decapitato.

Seguiva un altro amore di cagna semovente
ed io triste capii che oscillavo inutilmente.
Che sciocco, non sai che noi siamo balocchi?
Volevi fermare il capo, fissarla nei suoi occhi?

Non sai che a noi non è concesso
di fermarci un sol momento, di vivere un amplesso?
Noi siam solo un trastullo e questi esseri umani
non sanno che nel cuore soffriamo come cani

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