giovedì 28 gennaio 2010

Il saluto del viaggiatore al mare


The Edge of the Sea at Palavas" by Gustave Courbet


Uomo libero, sempre ti sarà caro il mare.
Il mare è uno specchio. Tu contempli
la tua anima nello svolgersi infinito
della sua lama
(Charles Baudelaire)

Saluto questo mare, ricerco un nuovo mondo
chissà da dove vengo, chissà se il mondo è tondo.
Mi chiama un'altra terra, la vedo calda e viva
Potrei, qua inabissato, raggiungerne la riva.

Eppur non l'ho mai vista, non vi è certa ragione
per cui io dovrei cercare, oltre il mare, un'illusione.
In fondo, da quella parte potrebbe esserci il nulla,
soltanto una infinita distesa arida e brulla

Potrei esser da solo, senz'altra anima viva
pentirmi dell'arrivo, sognare questa riva
O il viaggio oceanico potrei non terminare,
potrei colare a picco, rischiare di affogare.

Eppure questo mare saluto affabilmente
il corpo si trattiene, volata è li la mente
Ecco su questa riva il corpo ora si assiede
saluta la mia anima che lesta lo precede

(Vincenzo Cordovana)


L'immagine: "The Edge of the Sea at Palavas" di Gustave Courbet è un olio su tela(10-3/8 x 18-1/8 inches)custodito presso il Musée Fabre, Montpellier, Francia.
Il viaggiatore è tornato a vedere il mare. Non si muove a caso, ma sa perfettamente ciò che cerca.
Non è sorpreso da quello che vede ed è visibilmente ancora più forte di prima.
Noi assistiamo alla felicità discreta e sobria di questo ritrovamento.
Courbet ci da una grande lezione di vita: “Questo è un momento di felicità”.
Il saluto di Coubert, al mare, è sublime.
Un gesto che sembra dire: “Ti ho riconosciuto, ti adoro, ti onoro…e sono felice! ”
Coubert ha celebrato un istante; lo ha mostrato dandogli forma con i suoi pennelli. E’ un po’ come facciamo noi, ogni volta, quando prendiamo coscienza dei nostri momenti di felicità e cerchiamo di verbalizzarli.
C’è una frase magica, di quelle che inventano i bambini: “Questo momento è un istante di gioia“. Coscienza e, quindi, riconoscimento della felicità, con l'accesso ad una forma di eternità..
Questa gioia, è vero, non sarà eterna.
Ma rimarrà eternamente vera la  consapevolezza di aver vissuto questo momento.
Alcuni potranno dire: "Perché sforzarsi per provare gioia? Non rovinerà la sua essenza, immateriale e sfuggente? Perché aggiungere parole necessariamente maldestre e imprecise, a sensazioni così sottili e volateli?"
La risposta è semplice: perché vivere non è solo mettersi alla prova ma anche creare il proprio mondo.

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