giovedì 12 novembre 2009

Freccia della Libertà versus freccia dell'Autorità


E tu dove vai se la freccia non ce l'hai? Io ce l'ho la freccia, ce l'ho!
(foto di Maurizio Crispi)

"...ma tu ce l'hai la freccia"? Che bella frase! - mi si chiede se ho una freccia, mia!
Certo che ce l'ho! Ed essendo mia posso decidere io di direzionarla dove mi pare e piace. Ho la freccia e con la mia freccia stabilisco la mia direzione, dove andare.
Avere una freccia da direzionare è qualcosa che assomiglia alla libertà.
Che meraviglia! ...anzi no!
Perchè no? Perchè credo che stia subentrando una difficoltà: siamo in una strada a senso unico e la direzione è già stata scelta da altri che rappresentano l'Autorità. Questa bella freccia bianca su cartello blu è la freccia dell'Autorità e ci dice che in questa strada si va tutti in una sola direzione.
Come, tutti in una sola direzione? Ed allora della mia freccia che me ne faccio? Che senso ha chiedermi se ho una freccia mia se non posso nemmeno usarla? Ma cos'è, uno scherzo di cattivo gusto?
Mi chiedono se possiedo la freccia della Libertà per poi vincolarmi alle decisioni della freccia dell'Autorità?
Che Democrazia è mai questa! Mi promettono scelte libere che - contemporaneamente - mi negano, imponendomi direzioni scelte da altri.
Davanti a questa presa in giro ci sarebbe da arrabbiarsi!
Qualcuno l'ha già fatto ed ha danneggiato la freccia dell'Autorità.
Per il momento sembra reggere ancora attaccata al suo paletto ma è possibile che qualche altro colpo ben assestato possa rompere i perni (quello inferiore mi sembra già leggermente allentato) e fare cadere la freccia dal suo supporto.
Allora ognuno potrebbe prendere la sua freccia della Libertà ed avvitarla al paletto nella direzione che più preferisce.

(MC) - Certo, il nostro panorama quotidiano ci offre alcune incredibili coincidenze, come è appunto la contrapposizione assolutamente casuale tra l'evocazione di una "freccia" personale (che si può supporre essere quella della libertà e dell'energia creativo/generativa) e quella costrittiva, geometrica, squadrata e priva di fantasia e slancio dell'Autorità.
La freccia, peraltro, è un simbolo molto antico come ci indicano alcuni veloci flash sul simbolismo della freccia:
"La freccia rappresenta... il pensiero che introduce la luce e l'organo creatore che apre per fecondare, che si sdoppia per permettere la sintesi.
(...)
"In senso generale, la freccia è il 'simbolo universale del superamento delle condizioni normali; rappresenta la liberazione immaginaria dalla distanza e pesantezza; un'anticipazione mentale della conquista di un bene eccezionale'.
"La freccia arriva alla meta stabilita e indica un compimento;
(...)
"...la freccia è come identificata con l'arciere che, tramite essa, si proietta, si slancia sulla preda."
Risulta evidente da tutto questo che la freccia burocratica non ha alcun potere intrinseco (è soltanto un "segno"), mentre la freccia "della libertà" che vi è contrapposta rappresenta, con il carattere di simbolo, una forte istanza interiore che si proietta in un punto che si trova al di là dell'arciere che la scocca.
Kalhil Gibran afferma che i figli sono come le frecce che l'arciere scocca dal suo arco. Sì, inizialmente, sono dell'arciere, ma poi - una volta scoccate -volano lontano per seguire una propria traiettoria che non può più essere bloccata da chi ha dato loro movimento e dinamismo.




I vostri figli non sono vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donar loro l’amore ma non i vostri pensieri.
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
essi abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi.
La vita procede e non s’attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccati in avanti.
L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza
affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
poiché come ama il volo della freccia,
così ama la fermezza dell’arco.



(Kahlil Gibran, Il Profeta)

Nessun commento:

Posta un commento