lunedì 2 novembre 2009

Panchine a schiera ad Aspra



Panchine sprecate
(foto di Vincenzo Cordovana)

L'amministrazione del borgo marinaro di Aspra, in provincia di Palermo, merita una nota di encomio. Avendo molto a cuore il relax e la capacità dei suoi cittadini di produrre associazioni libere ha, infatti, riempito il lungomare di numerosissime panchine a schiera. Purtroppo, però, i cittadini dimostrano di volere snobbare l'iniziativa e disertano le panchine. Forse le panchine di Aspra sono oggetto di strumentalizzazione al centro di un boicottaggio politico.
Pepponi e Don Camilli di Aspra, ma non vi rendete conto che le panchine non sono nè di destra nè di sinistra e che l'Uomo ha due natiche, una a destra ed una a sinistra?
E dire che molti altri sognatori panchino-privi sarebbero felici se potessero fruire soltanto della metà di queste panchine. Alcuni addirittura se le sognano.
Che dire, è proprio vero il detto che all'incirca recita così: "Il Buon Dio dona il pane a chi non ha i denti".

(MC) - Oppure, qualcun altro disse (o scrisse): "Don't throw pearls to swine"!
Per alcuni versi, la disposizione delle panchine "a schiera" non è forse molto idonea al relax, e probabilmente potrebbe indurre nei potenziali utenti qualche perplessità, se non addirittura qualche legittimo sospetto, circa la possibilità dell'esposizione di eventuali utilizzatori collettivi ad un "appanchinamento di massa", propedeutico ad un comizio, ad indottrinamento politico, a propaganda elettorale, magari anche obbligatorio.
Come mio gusto personale, preferisco le panchine in ordine sparso, organizzate nello spazio con poca o nulla simmetria. Per tornare al tema delle natiche (o terga che dir si voglia), dovremmo sempre ricordare (a noi stessi in primo luogo) che esse rappresentano il massimo del pareggiamento democratico tra le genti e gli individui, ed anche il minimo denominatore comune dell'eguaglianza sociale. Montaigne, grandissimo saggio e pensatore graffiante, disse con un aforisma lapidario: "Si haut que l'on soit place, on n'est jamais assis que sur son cul".

(VC) - Maurizio, caspita, non ci avevo proprio pensato. Tu ritieni che il "panchineto" possa essere stato voluto dall'amministrazione comunale per il proprio tornaconto politico: e, in effetti, la disposizione delle singole panchine con punto di osservazione in posizione obbligata lo lascerebbe ipotizzare. Se così fosse, altro che encomio! Devo anche dire che a pensare questo sei stato un po' malignetto però, come disse un noto personaggio politico, "Chi maligna fa peccato ... ma spesso indovina!".

(MC) - A questo punto mi strappi quasi una risata sardonica, caro Enzo!

(VC) - Stupendo, più che esilarante. Mi scaricherò  dal web la risata sardonica e la caricherò sulla mia pen-drive, così da averla sempre con me.

[A questo punto il multiverso prende il sopravvento e, nel nostro dibattito scaturito dal "panchineto", si inserisce una voce nuova (GI) che, evidentemente riluttante ad accettare l'idea del "panchineto" edificato dal regime per fini di propaganda politica, introduce con forza il rimando alla panchina-fai-da-te che dovrebbe essere un autentico must per i cultori e gli amanti della panchina frugale ed estemporanea]

(GI) - Vi invito a dare un occhiata a questo video in cui vengono date indicazioni su come costruirsi una semplice panchina...

(MC) - Interessante, molto interessante... Ancora, questa ci mancava:  la "panchina-fai-da-te"!

(VC) - Ivano Fossati parecchi anni fa ha scritto una canzone dal titolo "La costruzione di un amore" che, a suo tempo, mi sembrava stupenda e che oggi mi sembra una cagata. Col tempo cambiano tante cose. Dico questo per introdurre una proposta: perchè non trovare un giovane cantautore (cantautrice) per invitarlo (invitarla) a scrivere un pezzo molto più attuale dal titolo "La costruzione di una panchina"? Il successo sarebbe planetario. A questo "evento" farebbe sicuramente seguito un convegno dal titolo "Bricolage e musica d'autore".

(MC) - ...per panchine d'autore?

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